venerdì 13 febbraio 2009

Ancora su Eluana

Non posso che convenire con Antonio Socci su quanto da lui affermato nell'articolo pubblicato su Libero del 10 febbraio (potete leggerlo sul suo sito). Quando, molti anni fa (eravamo nel 1977), mio padre era in coma (il suo coma durò solo pochi giorni), ebbi la medesima impressione. Ricordo ancora come fosse ieri quel giovedí pomeriggio 24 marzo: ero in ospedale (il Fatebenefratelli all'Isola Tiberina) ad assistere il babbo, quando arrivò un suo collega a trovarlo. Incominciò a raccontare un sacco di brutte storie di prepotenze, soprusi e umiliazioni subite da papà sul lavoro (lui naturalmente non ci aveva mai detto nulla). Avrei voluto farlo tacere, ma non ne ebbi il coraggio. Avevo l'impressione che il babbo seguisse quei discorsi; mi sembrava piú agitato, il suo respiro piú affannoso. L'indomani mattina, alle 6, spirò. Sono sicuro che anche Eluana abbia capito tutto. E per questo è morta cosí repentinamente (avevano detto che sarebbe durata alcune settimane).
Intanto mi ha fatto piacere leggere che un missionario italiano in Paraguay, Don Aldo Trento, responsabile di una clinica per malati terminali ad Asunción, ha restituito all'Ambasciata italiana l'onorificenza di "Cavaliere dell’Ordine della Stella della solidarietà" che il Presidente Napolitano gli aveva conferito lo scorso 2 giugno. Potete trovare la notizia su ZENIT.
Mentre leggo con raccapriccio della cena (se ne veda il resoconto su Avvenire) offerta dall'Avv. Campeis ai giornalisti per ringraziarli della vicinanza e della collaborazione prestata... Mission accomplished!