venerdì 20 febbraio 2009

I sogni e la realtà

Due notizie provenienti dalla Terra Santa, pubblicate ieri su ZENIT. La prima riguarda l'ennesimo inconcludente incontro della Commissione bilaterale permanente per l'attuazione dall'Accordo fondamentale firmato nel 1993 dalla Santa Sede e dallo Stato di Israele. Quell'Accordo, che portò al riconoscimento diplomatico di Israele da parte della Santa Sede, non è stato ancora ratificato dal Parlamento israeliano. Gli attuali negoziati, iniziati nel 1999, dovrebbero portare a un accordo per lo status giuridico e fiscale della Chiesa cattolica; ma dopo dieci anni (sedici dalla firma dell'Accordo fondamentale), ancora nulla di fatto. Tutte le riunioni (per la verità stranamente brevi: si veda la stessa notizia riportata da Asianews) si concludono con le consuete frasi di rito: "L'incontro è stato caratterizzato da grande cordialità e spirito di collaborazione"; ma senza alcun risultato. Ora, siccome la prossima riunione è stata programmata per il 7 aprile prossimo (un mese prima della visita del Papa in Terra Santa), tutti sperano che in quell'occasione si potrà ottenere qualcosa, almeno come gesto di buona volontà da mostrare al Pontefice. Sperano, ma si illudono.

La prova della malafede israeliana in questa trattativa e, in generale, nei rapporti con la Chiesa cattolica, la troviamo nella seconda notizia riportata da ZENIT. Se volete saperne di piú, leggetevi la notizia sul sito della Custodia di Terra Santa, il comunicato stampa dell'Assemblea dei Vescovi Cattolici della Terra Santa sul sito del Patriarcato Latino di Gerusalemme e, se ne avete il coraggio, guardate, sullo stesso sito, il video della trasmissione (vi avverto che è pesantemente blasfemo).

Direte: cosa c'entrano i dirigenti israeliani con una trasmissione televisiva? Mi spiace, ma lo spirito della società israeliana è lo stesso in tutti i suoi settori, con poche — encomiabili — eccezioni. E poi, visto che loro accusano la Chiesa cattolica dei crimini compiuti dal nazismo; se loro addebitano al Papa le dichiarazioni di un Vescovo che non è in comunione con la Chiesa cattolica; se loro pretendono dai cristiani di oggi le scuse per le persecuzioni che sarebbero state attuate ai loro danni da quelli dei secoli passati; perché noi dovremmo sottilizzare e distinguere tra governo israeliano e televisione israeliana? Se le colpe di alcuni sono colpe di tutti ("personalità corporativa"), è giusto che il governo israeliano sia chiamato a rispondere delle bestemmie della televisione israeliana.

A proposito, che fa Padre Lombardi? Non ha niente da dire sulla vicenda?