venerdì 13 febbraio 2009

Povera Chiesa!

Non passa giorno che in Vaticano non arrivi una delegazione ebraica. Dopo la visita-avvertimento del World Jewish Congress di lunedí scorso al Card. Kasper (vedi post precedente), ieri è stata la volta della Conference of Presidents of Major American Jewish Organizations, ricevuti dal Papa in persona. Potete trovare su ZENIT il testo del saluto del Rabbino Arthur Schneider e del Presidente della Conferenza Alan Solow e quello del discorso del Santo Padre.
Che dire? Preferirei dire: No comment! Ma non posso, visto che uno dei motivi principali della nascita di questo blog è stato il silenzio vaticano sul massacro di Gaza. Rimproverare le autorità vaticane per il loro servile atteggiamento? E chi sono io per atteggiarmi a giudice? Nessuno però potrà impormi di seguirle su questa strada. E nessuno potrà impedirmi di provare pietà per una Chiesa cosí umiliata. Non avrei mai pensato che si potesse cadere cosí in basso. Pensavo che i tempi in cui la Chiesa doveva soggiacere all'arroganza dei potenti fosse passato; e invece... Ora, dopo tutte le dichiarazioni e le condanne, le pubbliche professioni di fede nell'Olocausto e le richieste di perdono, ora il Santo Padre dovrà compiere questo ulteriore umiliante atto: la visita in Israele. Già sappiamo che cosa accadrà: lo vedremo al Muro del Pianto a chiedere perdono per le innumerevoli persecuzioni compiute dai cristiani ai danni degli ebrei nel corso dei secoli; lo vedremo allo Yad Vashem a ripetere la sua professione di fede nella Shoah e ad ammonirci che non possiamo dimenticare l'Olocausto (quando dopo appena un mese è stata già dimenticata la carneficina di Gaza). Qualcuno si rallegrerà, pensando qualcosa di simile a ciò che la portavoce israeliana Tzipora Menache ha sfacciatamente ammesso a proposito degli americani: "Voi sapete molto bene, e gli stupidi americani sanno altrettanto bene, che noi controlliamo il loro governo, a prescindere da chi siede alla Casa Bianca. Vedete, io so, e anche voi sapete, che nessun Presidente americano è nella condizione di sfidarci, neppure se facciamo cose impensabili. Noi controlliamo il Congresso, noi controlliamo i media, noi controlliamo il mondo dello spettacolo, noi controlliamo tutto in America. In America si può criticare Dio, ma non si può criticare Israele". Adesso penseranno: noi controlliamo il Papa, noi controlliamo la Santa Sede, noi controlliamo i Vescovi di tutto il mondo. Quando vedranno il Papa abbassarsi ancora una volta (dopo Auschwitz e le innumerevoli sinagoghe visitate) di fronte al Muro del Pianto e allo Yad Vashem, penseranno: "Abbiamo vinto! Ormai anche la Chiesa cattolica è nelle nostre mani". Ma si illudono. Quello sarà l'inizio della loro fine!