sabato 23 maggio 2009

Eterogenesi dei fini

Chiedo scusa per l'involontario e non annunciato blackout, dovuto a cause indipendenti dalla mia volontà. In questi giorni sono rimasto assai colpito dalla lettura del post di Sandro Magister "L'Eurabia ha una capitale: Rotterdam", pubblicato sul sito www.chiesa. In esso viene riportato un impressionante articolo di Giulio Meotti per Il Foglio.

Qualcuno, che ha letto i miei post Il suicidio dell'Europa ed Europa (apostata) e Islam (credente), che hanno provocato un piccolo dibattito sul sito di Beatrice Benoît et moi (prima parte e seconda parte) — potrebbe meravigliarsi della mia meraviglia: Ma come — potrebbe obiettare — prima si augura, o perlomeno dichiara di non preoccuparsi dell'islamizzazione dell'Europa, e poi si scandalizza a leggere che tale islamizzazione è già in fase avanzata?

Devo riconoscere che talvolta esiste un gap fra i ragionamenti e le emozioni: anche se siamo convinti di certe cose, perché le abbiamo pensate a lungo, non è detto che poi rimaniamo indifferenti quanto siamo posti brutalmente dinanzi alla realtà. Tutti siamo affezionati alla nostra vecchia Europa, ricca di storia e di cultura, l'Europa cristiana che, oltre a esprimere uno stuolo innumerevole di santi, è stata capace di creare una meravigliosa civiltà. Per cui, quando qualcuno viene a dirci che le cattedrali sono state rimpiazzate dalle moschee, come possiamo rimanere insensibili?

Eppure dobbiamo guardare in faccia alla realtà: questo è ciò sta avvenendo in Europa. È inevitabile fare qualche riflessione, sia per quanto riguarda la società civile, sia per quanto riguarda la Chiesa. È molto significativo che ciò stia avvenendo proprio nei paesi da sempre considerati piú "avanzati" in Europa. L'articolo ci parla dell'Olanda: il paese della libertà assoluta, che era stato capace di superare tutte le vecchie "inibizioni" (puritane o cattoliche poco importa); il paese del Catechismo olandese, dove il "rinnovamento" conciliare era stato attuato nella maniera piú radicale, senza le remore della bigotta Italia e neppure le derive tradizionaliste della inquieta Francia. Tutto lasciava intravedere "le magnifiche sorti e progressive" di un paese finalmente affrancato dall'oscurantismo. E invece, che ti ritroviamo? Una delle principali città olandesi amministrata da un sindaco musulmano, con interi quartieri arabi, dove viene applicata la sharia e le donne camminano con lo chador (se non con il burqa). Che cosa è successo?

È successo quello che i filosofi chiamano "eterogenesi dei fini", vale a dire il raggiungimento di fini diversi, se non opposti a quelli che ci si era prefissi. Pensate: con la rivoluzione sessuale si era arrivati al punto di esporre donne nude dentro le vetrine; ora il corpo delle donne viene ricoperto con il burqa! La Chiesa cattolica aveva pensato di rinnovarsi col Concilio e oltre il Concilio; ora le chiese sono vuote, qualche volta distrutte, in altri casi riconvertite a usi profani, talvolta trasformate in moschee. Era questo l'obiettivo del Vaticano II? Eterogenesi dei fini... Non sempre avviene ciò che ci proponiamo. Perché? L'uomo non è l'artefice della storia, per quanto si illuda di essere onnipotente. Anche nella Chiesa, il Concilio, che doveva essere semplicemente ascolto di ciò che lo Spirito dice alla Chiesa e discernimento dei "segni dei tempi" (quelli veri!), per molti si è trasformato nel tentativo prometeico di cambiare tutto per rifondare la Chiesa secondo gli schemi ideologici di moda. Ecco il risultato: l'esatto opposto di quel che ci si proponeva.

È interessante notare che l'uomo, quando pretende di affrancarsi da qualsiasi vincolo, diventa schiavo; quando, in nome della ragione, distrugge la religione, cade nella superstizione; e la democrazia, quando vuole diventare assoluta, uccide sé stessa. Qualche esempio? Negli stati laici europei, a poco a poco, si è limitato lo spazio per il cristianesimo, per fare spazio alle altre religioni: nelle scuole non era possibile fare la preghiera (per rispetto verso i non-cristiani); ora però si allestisce una "stanza del silenzio", perché gli alunni musulmani possano pregare. Ancora oggi, in Italia, i paladini delle radici giudaico-cristiane dell'Europa mettono in guardia dal fare leggi confessionali; poi le democrazie piú avanzate, per rimanere fedeli a sé stesse, si vedono costrette a permettere l'adozione della sharia. Del resto, lo ricordava un vescovo turco a un sinodo di qualche anno fa: i musulmani sfrutteranno la nostra democrazia per raggiungere il potere e, una volta istallati al potere, imporanno a tutti la loro legge.

Che fare? Ormai è troppo tardi per correre ai ripari. La situazione è irreversibile. La società civile non riesce a esprimere nulla di meglio che i vari Fortuyn e Wilders, ex-cattolici, ex-marxisti, ex-tutto (siamo appunto nell'ex-Europa!). Ci sarebbe bisogno di una Chiesa viva, ma dove sta? Ormai la presenza cristiana (non solo cattolica) è ridotta al lumicino. Rimane solo la speranza che, come gli antichi barbari furono affascinati dal cristianesimo e dalla civiltà romana, cosí i musulmani rimangano anch'essi affascinati dal cristianesimo e da quel poco che rimane della "civiltà europea". Ma perché ciò avvenga, c'è bisogno di qualcuno che testimoni loro il Vangelo nella sua purezza: un piccolo gregge, che, per quanto piccolo, lasci intravedere quel "tesoro" che solo noi abbiamo, e permetta a quel "tesoro" di compiere la sua opera.