mercoledì 16 settembre 2009

“In questa città io ho un popolo numeroso”

Ieri avevo annunciato un seguito (e un approfondimento) ai post sull’intervista a Messori. Fra i messaggi me ne è arrivato uno dal mio ex-alunno David (che già in altre occasioni è intervenuto su questo blog), che mi sembra degno di attenzione per le riflessioni che fa:


«La mia personale esperienza/conoscenza si limita all’area arabo-musulmana, un po’ all’Est Europa e un po’ all’America Latina. Parlo di contatti con cattolici, clero e non cattolici di queste aree, con le organizzazioni ecclesiali, ecc. Beh, la prima impressione è che il ruolo della Chiesa Cattolica — specie nel Sud del mondo — sia un po’ come quello di George Baily (James Stewart) in La Vita è Meravigliosa, capolavoro di Frank Capra: tutti la schiaffeggiano e la criticano ma... che mondo sarebbe senza quella che Messori chiama spesso la Catholica? Immaginiamo per un attimo di togliere Salesiani, Comboniani e altri “papisti” dal solo Egitto, come se non fossero mai esistiti... Bene, non ci sarebbero piú operai specializzati, tecnici, la gran parte dei quadri... Sparirebbe l’intero settore commerciale (che è un prodotto dell’immigrazione cattolica italiana e libanese nell’Ottocento); milioni di adulti si troverebbero senza istruzione perché loro non sarebbero mai passati dalle scuole cattoliche o i loro maestri e insegnanti non sarebbero mai stati educati da Comboniani, Francescani, ecc. Senza gli ambulatori delle Suore Minime, quanti sarebbero sciancati, ciechi o addirittura morti? Persino... il gelato non si troverebbe piú lungo il corso del Nilo! L’Egitto oggi sarebbe come la Somalia o l’Afghanistan. Spesso non ci pensiamo neppure, ma intere nazioni dipendono dalla presenza della Chiesa Cattolica sul loro territorio. Invece che starci a piangere addosso, dovremmo considerarlo: attraverso la Chiesa e suoi figli, Dio ha veramente “ricolmato di beni gli affamati”.

Ora, l’importanza sociale della Chiesa non necessariamente corrisponde a un rafforzamento della fede nei popoli. Lo spettacolo della Spagna scristianizzata, delle sette che prosperano in Brasile e della scarsa autorevolezza dei vescovi in Francia e Germania è davanti a tutti. C’è da dire però che continueremmo a perdere fedeli se pensassimo che tutto questo dipenda da una sbagliata strategia e che si debbano progettare a tavolino nuovi piani di pastorale per i giovani, le famiglie, ecc. Credo che non argineremmo l’emorragia di vocazioni e la fuga dei giovani dalle chiese neppure se pensassimo di far rifiorire la Chiesa attraverso i vari Regnum Christi, Opus Dei, Neocatecumenali, tutte comunità molto strette e — Dio mi perdoni, ma lo voglio dire — chiuse in sé stesse. La Chiesa, forse solo il Padrone della Messe saprà farla rifiorire, come e quando Lui vorrà...

Ma se le chiese languono, i santuari mariani prosperano. Mi risulta che a Vailankanni in India — antico e glorioso santuario della Beata Vergine — vadano piú pellegrini che sul sacro Gange. Lourdes batte la Mecca 7 a 4... milioni di pellegrini. Per non parlare poi del “peso massimo” di tutti i luoghi di culto, il santuario della Morenita, a Mexico City. La Vergine di Guadalupe con i suoi 35-40 milioni di pellegrini ogni anno non ha paragoni al mondo: non c’è stadio sportivo sulla terra dove in media si rechino ogni giorno centoventimila persone! Uomini sudati e a volte un po’ in disordine, donne grasse con bambini a seguito, anziani dai volti segnati dal tempo e giovani a milioni... Spesso i nostri discorsi sulla crisi della Chiesa non tengono conto di questi eserciti, di cui — a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca — le gerarchie un po’ si vergognano... Hai mai provato a far venire una Madonna pellegrina in chiesa? In moltissimi casi fai... il tutto esaurito per giorni.

Veramente, “in questa città io ho un popolo numeroso”. Tutto sta nel trovarlo...»


Non posso che confermare quanto dice David. L’esperienza mi insegna che la presenza della Chiesa è importante non solo nei paesi cristiani, ma anche in quelli dove i cristiani sono solo una minoranza. Quel che fa la Chiesa cattolica non lo fa nessun altro. E questo tutti, chi in un modo chi nell’altro, lo riconoscono: sia quelli che apprezzano il lavoro della Chiesa e le sono riconoscenti, sia quelli che, per invidia o per paura, la combattono. Anche laddove è minoritaria, la Chiesa cattolica mostra una vitalità che nessun’altra religione può esibire. Non perché possa contare su una efficace organizzazione (giustamente il Card. Biffi considerava la Chiesa la “piú grande disorganizzazione della storia”), non perché i suoi quadri siano piú efficienti, non perché una rigida disciplina regni al suo interno, non perché adotti sofisticate strategie promozionali, ma semplicemente perché può contare su qualcosa — meglio, Qualcuno — che nessun altro possiede.

Confermo anche quanto David dice dei santuari mariani. Voi sapete che attualmente mi trovo in un paese non-cristiano. Nella città dove risiedo esiste un santuario frequentatissimo da persone di ogni credo. Davvero mi vado convincendo che Dio abbia ovunque un popolo numeroso (cf At 18:10). A parte i VIP che si convertono al cattolicesimo (prima Blair, poi Gingrich, e ora... Obama?), vedo che nei paesi non-cristiani ci sono molti che, pur non convertendosi per vari motivi, di fatto accettano il cristianesimo. L’altro giorno ho benedetto la casa di un musulmano sposato a una cristiana, felicissimo di ricevere la benedizione...

Di fronte a questa realtà, come diventano piccine le nostre sterili polemicuzze intraecclesiali! Quando ti accorgi che Dio è all’opera attraverso la sua Chiesa (una Chiesa spesso sbracata, che sembrerebbe non far molto per nascondere le proprie miserie), non puoi che dire: questa, nonostante tutti i suoi difetti, è la vera Chiesa; non c’è bisogno di ritirarsi su un monte e fondare una nuova Chiesa di perfetti, perché Dio possa rivelarsi al mondo. Lui preferisce servirsi di questa Chiesa, perché per lui qualsiasi strumento, anche il piú imperfetto, va bene; dal momento che è lui che compie la sua opera; è lui che si sceglie il suo popolo, dove vuole, quando vuole e come vuole. L’unica cosa che ci viene richiesta è di aprire gli occhi per “vedere la grazia di Dio” (cf At 11:23) che è all’opera attorno a noi.


PS: Vi consiglio di dare un’occhiata all’intervista, pubblicata su ZENIT, al Vescovo Camillo Ballin, il Vicario apostolico in Kuwait, di cui vi parlavo l’altro giorno a proposito dei filippini.