sabato 5 settembre 2009

L'abbaglio

Sicché, che cosa rimane del caso Boffo? Che è terminata definitivamente l’era Ruini. Allora, in barba a tutte le smentite, era vero che si trattava di una faida ecclesiastica? Se volete proprio saperlo, questa è l’impressione che se ne ricava dal di fuori, da chi, vivendo lontano e leggiucchiando qui e là, cerca di farsi un’idea di che cosa è successo in questi giorni in Italia. Chi si ricorda piú oggi di Berlusconi, di Feltri e, diciamolo pure, solo un giorno dopo le sue dimissioni, delle vicende personali dello stesso Boffo? Su che cosa vertono in questo momento tutti i commenti? Sui nuovi scenari che si starebbero aprendo all’interno della Chiesa; sui nuovi equilibri nella Santa Sede, nella Conferenza episcopale italiana, nei rapporti fra Vaticano e CEI e nei rapporti fra Chiesa e politica italiana. Anche se poi non si capisce bene quali siano questi nuovi scenari; l’unica cosa che pare certa è la fine dell’era Ruini; quale nuova era si stia aprendo, nessuno lo sa.

Lo stesso Boffo si era reso conto dei giochi di potere che si stavano svolgendo sopra la sua testa. Rileggiamo questo passaggio della sua lettera di dimissioni: «E mentre sento sparare i colpi sopra la mia testa mi chiedo: io che c’entro con tutto questo? ... Perché devo vedere disegnate geografie ecclesiastiche che si fronteggerebbero addirittura all’ombra di questa mia piccola vicenda?». Capisco perfettamente il suo stato d’animo; per quanto penso che, se tali giochi di potere sono reali, Boffo non dovrebbe meravigliarsi di esservi coinvolto, essendo stato uno dei gangli, certamente non secondari, del sistema di potere che ora si starebbe sgretolando.

Dico però che, se tutto ciò è vero (e molti elementi purtroppo mi portano a pensare che lo sia), c’è veramente da piangere. C’è veramente da dire: povera Chiesa! Come siamo ridotti! Certo non sono un uomo di mondo; ma non sono neppure uno sprovveduto (so come va il mondo); né sono un moralista che si straccia le vesti per le miserie degli uomini di Chiesa. So che la Chiesa, oltre a essere la Sposa di Cristo senza ruga e senza macchia, è un’organizzazione umana, soggetta alle leggi che regolano qualsiasi altra aggregazione umana. Non mi scandalizza il fatto che ci possano essere degli schieramenti e che si possa stabilire una sana concorrenza fra loro. Capisco che quando qualcuno (chiunque egli sia) raggiunge certe posizioni, tende poi a consolidare il suo potere e deve necessariamente attorniarsi di collaboratori, che spesso si trasformano in una casta (è sempre stato cosí e sempre lo sarà). Capisco che a un certo punto si renda inevitabile un avvicendamento; e so che tali avvicendamenti non sono mai indolori. Quel che però mi meraviglia e mi infastidisce sono i metodi che vengono usati. Possibile che nella Chiesa si debba ricorrere agli agguati? Certe cose non dovrebbero neppure succedere nella società civile; ma nella Chiesa non ci si dovrebbe attendere uno stile diverso?

Spero di non aver capito nulla di quanto è avvenuto. Spero che sia solo un mio abbaglio. Spero che la distanza mi abbia ottenebrato la vista. Spero che la realtà sia opposta a quella da me percepita.