domenica 20 settembre 2009

XXV domenica "per annum"

«Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà».

È la seconda volta che Gesú parla della sua passione. La prima volta Pietro si era risentito, rimproverando Gesú. Questi, a sua volta, aveva reagito sdegnosamente, addirittura appellando Pietro “Satana”. Questa volta sia i discepoli sia Gesú, forse ammaestrati dalla precedente esperienza, reagiscono in maniera totalmente diversa.

I discepoli «non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo». Come se non bastasse, continuarono nei loro discorsi su chi fosse piú grande. Che abisso! Gesú parla di sofferenze, e loro discettano di onori... Gesú avrebbe avuto tutti i motivi per indignarsi e dare loro una bella lavata di capo. E invece che fa?

«Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”».

Gesú si siede. Capite? Con infinita pazienza, conoscendo l’umana debolezza dei suoi discepoli, egli accetta di ragionare pacatamente con loro. Su che cosa? Di nuovo sulla necessità di portare la croce, come aveva fatto la prima volta? No, sarebbe stato inutile; non avrebbero capito. Questa volta adotta una strategia diversa. Neppure li rimprovera per aver espresso il desiderio di primeggiare. Gesú conosce il cuore dell’uomo; sa che in esso c’è un naturale istinto a primeggiare. Sicché dice ai Dodici: “Volete essere i primi? OK, io vi insegnerò il modo per diventarlo. Siate gli ultimi. Volete diventare grandi? Imparate a servire. Il servizio è la strada che vi condurrà alla gloria”.

E la croce? Gesú smentisce quanto aveva detto la volta precedente? Ha capito di aver preso una cantonata? Si è reso conto che i suoi discepoli non accetteranno mai la croce? No, ha solo cambiato tattica. Gesú sa — perché questa è l’esperienza che lui stesso sta facendo — che, una volta che si è accettato di essere gli ultimi e i servi di tutti, si è disposti anche ad abbracciare la croce: chi è pronto a servire è pronto anche a morire. Il servizio è la strada che conduce alla croce, e la croce è la strada che conduce alla gloria.