venerdì 16 aprile 2010

God Bless Our Pope!

Oggi, compleanno del Santo Padre, vorrei dedicargli questo inno composto dal Cardinale Nicholas Wiseman (1802-1865), primo Arcivescovo di Westminster (dopo il ristabilimento della gerarchia cattolica in Inghilterra e nel Galles nel 1850). Non sapevo neppure che esistesse; ne sono venuto a conoscenza — pensate un po’ — nella cattedrale di Bangalore, in India. Per me, nato e cresciuto all’ombra del Cupolone, sentir cantare a tanti chilometri di distanza questo inno per il Papa, è stata un’esperienza indescrivibile. Non nascondo di essermi commosso.




Full in the panting heart of Rome,
Beneath the apostle’s crowning dome,
From pilgrims’ lips that kiss the ground,
Breathes in all tongues only one sound:

“God bless our Pope, God bless our Pope,
God bless our Pope, the great, the good.”

The golden roof, the marble walls,
The Vatican’s majestic halls,
The note redouble, till it fills
With echoes sweet the seven hills:

Then surging through each hallowed gate,
Where martyrs glory, in peace, await,
It sweeps beyond the solemn plain,
Peals over Alps, across the main:

From torrid south to frozen north,
That wave harmonious stretches forth,
Yet strikes no chord more true to Rome’s,
Than rings within our hearts and homes:


Nel pieno del palpitante cuore di Roma,
sotto la somma cupola dell’Apostolo,
dalle labbra dei pellegrini che baciano il suolo,
soffia in tutte le lingue un solo suono:

“Dio benedica il nostro Papa, Dio benedica il nostro Papa,
Dio benedica il nostro Papa, il grande, il buono”.

Il tetto dorato, i muri di marmo,
le maestose sale del Vaticano,
la nota oltrepassi, finché riempia
con echi dolci i sette colli:

Sollevandosi poi attraverso ogni sacra porta,
dove i martiri attendono, in pace, la gloria,
dilaga oltre la solenne pianura,
risuona al di là delle Alpi, dall’altra parte del mare:

Dal torrido sud al gelido nord,
quell’onda armonica si allunga,
non suona alcuna corda piú fedele a Roma,
che gli squilli nei nostri cuori e nelle nostre case: