martedì 10 febbraio 2009

Silenzio, preghiera e speranza

Eluana è morta. Non rimane che raccogliersi e pregare. In questi casi, di solito, ogni parola è di troppo. Anche prima della conclusione di questa dolorosa vicenda, personalmente, avrei preferito un tono piú sommesso. Ma sono rimasto ammirato della mobilitazione che c'è stata per tenerla in vita. In genere, di fronte a certi drammi umani, il silenzio dovrebbe essere di norma; ma sappiamo come spesso i "casi pietosi" vengano strumentalmente usati per far passare le leggi piú aberranti e, attraverse queste, creare una nuova mentalità (si pensi al divorzio prima, poi all'aborto, ora all'eutanasia). Per cui è giusto che si reagisca a tali trame, anche se talvolta si corre il rischio di ideologizzare il confronto. A me, che vivo lontano dall'Italia, questa mobilitazione per la vita è apparsa un segno molto positivo. Solitamento guardo al mio paese con una certa commiserazione, considerato il degrado morale in cui versa; ma devo dire che, se c'è ancora una tale capacità di regire, significa che non tutto è perduto. La mobilitazione per Eluana è un segno di vitalità e un forte motivo di speranza per l'avvenire dell'Italia. Ciò detto, lasciamo a Dio qualsiasi tipo di giudizio e affidiamo a lui non solo l'anima di Eluana, ma anche il dramma della sua famiglia e le sorti del nostro amato paese.